Riforma dei consolati e dell’AIRE: la cittadinanza italiana diventa centrale
Il Parlamento italiano ha approvato una riforma che ridisegna i servizi consolari e l’organizzazione dell’AIRE, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero.
L’obiettivo dichiarato del governo è modernizzare la rete diplomatica, uniformare le procedure e digitalizzare le pratiche. Le novità entreranno in vigore progressivamente fino al 2028.
Cittadinanza per discendenza: le domande passano a Roma
Il cambiamento più rilevante riguarda il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis.
Fino ad oggi, le richieste venivano presentate ai consolati italiani; in futuro, invece, saranno gestite da un nuovo Servizio Centrale per la Ricostruzione della Cittadinanza Italiana, istituito presso il Ministero degli Esteri (MAECI).
Dal 2028, le domande dovranno essere inviate in Italia per posta. Durante la fase di transizione (2026-2027), i consolati potranno gestire solo un numero di pratiche pari a quelle completate l’anno precedente.
I tempi di risposta saliranno a 36 mesi (rispetto ai precedenti 24), saranno accettati solo documenti cartacei originali e le comunicazioni avverranno via email, anche non certificata.
Chi lo desidera potrà incaricare società private di digitalizzare la documentazione, sostenendo però i costi del servizio.
I consolati manterranno la competenza solo per i minorenni e per la conferma della cittadinanza già riconosciuta.
AIRE integrata con l’anagrafe nazionale
L’altra grande novità riguarda l’integrazione dell’AIRE con l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR).
Questo collegamento diretto tra Comuni, Farnesina e consolati permetterà di aggiornare in tempo reale i dati degli italiani all’estero, semplificando comunicazioni e procedure sui cambi di residenza o i rientri in Italia.
La mancata iscrizione all’AIRE comporterà sanzioni da 200 a 1.000 euro, e sarà il Comune a informare automaticamente il consolato e il Ministero dell’Interno quando un cittadino rientra stabilmente in patria.
Documenti e legalizzazioni: nuove regole
La riforma reintroduce la doppia legalizzazione dei documenti formati all’estero: dovranno essere prima autenticati dalle autorità locali e poi convalidati dai consolati italiani.
Si tratta di un ritorno al passato pensato per garantire maggiore sicurezza e autenticità degli atti.
Sul fronte dei documenti d’identità, gli italiani residenti all’estero potranno richiedere la Carta d’Identità Elettronica (CIE) direttamente in Italia, presso i Comuni, secondo le regole del MAECI e del Ministero dell’Interno.
La carta sarà valida per l’espatrio solo se non sussistono restrizioni, altrimenti riporterà la dicitura “non valida ai fini dell’espatrio”.
Anche il rilascio dei passaporti sarà aggiornato per assicurare procedure più coordinate e omogenee tra le varie sedi consolari.
Le motivazioni del governo e le perplessità delle comunità
Per il governo, la riforma rappresenta un passo verso una pubblica amministrazione più efficiente e digitale, capace di superare le disomogeneità tra i consolati e di ridurre gli arretrati, in particolare nelle pratiche di cittadinanza.
Tuttavia, molte comunità italiane all’estero esprimono preoccupazione: temono che la centralizzazione delle pratiche a Roma possa rallentare ulteriormente i tempi e ridurre il contatto diretto con i consolati, da sempre punto di riferimento per i cittadini fuori dall’Italia.
Un cambiamento profondo, tra modernizzazione e distanza
La riforma dei consolati e dell’AIRE segna una svolta nel rapporto tra cittadini italiani all’estero e istituzioni.
Da un lato promette efficienza, trasparenza e digitalizzazione; dall’altro rischia di allontanare i cittadini da quelle strutture che finora li hanno accompagnati nelle pratiche quotidiane, dalla cittadinanza ai documenti di viaggio.
Il futuro dirà se la nuova organizzazione riuscirà davvero a rendere i servizi consolari più moderni — o se trasformerà l’accesso alla cittadinanza italiana in un percorso ancora più complesso per chi vive lontano dal Paese d’origine.
Le informazioni riportate hanno carattere generale e non sostituiscono una consulenza personalizzata.