Cittadinanza italiana, la Cassazione valuta la norma sui minori
La Corte Suprema di Cassazione potrebbe tornare a pronunciarsi sul tema della cittadinanza italiana iure sanguinis, con possibili effetti sulla controversa Legge n. 74/2025. La Prima Sezione civile ha infatti rimesso alla Presidenza della Corte la questione della perdita automatica della cittadinanza per i figli minori di emigrati, prevista dall’articolo 12 della storica Legge n. 555/1912.
Il caso riguarda discendenti di italiani emigrati negli Stati Uniti negli anni ’30 e ’40, ai quali i tribunali hanno negato la cittadinanza ritenendo che la naturalizzazione del genitore comportasse la perdita anche per i figli minorenni, nonostante fossero già cittadini del Paese di nascita.
Secondo i giudici della Cassazione, però, il termine “acquisire” contenuto nella norma non può essere interpretato come “possedere dalla nascita”. Tale lettura apre a un contrasto con la giurisprudenza finora dominante e potrebbe incidere su milioni di discendenti di emigrati italiani in America e in Sud America.
Nel tempo, anche il Ministero dell’Interno aveva riconosciuto con diverse circolari (tra cui la K.28.1 del 1991 e la n. 9 del 2011) la validità della doppia cittadinanza per nascita, escludendo l’applicazione dell’articolo 12 in casi simili.
Se la Presidenza della Cassazione confermerà il rinvio, la decisione passerà alle Sezioni Unite, che potrebbero pronunciarsi già entro il 2025. Le loro sentenze, in passato decisive (come nel 2009 sulla cittadinanza materna e nel 2022 sulla “grande naturalizzazione”), orientano tutta la giurisprudenza nazionale e potrebbero portare anche a una revisione delle più recenti circolari ministeriali.
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